DUE TESTI CLASSICI DELLA CULTURA CINESE

Valter Vico, studioso e consulente di Yi Jing e numerologia orientale, dopo aver pubblicato con la nostra casa editrice il libro “Yi Jing (I Ching) – Guida alla consultazione diretta e spontanea del Libro dei Mutamenti”, riscuotendo successo tra i lettori, ha voluto affiancargli il testo “Dao De Jing (Tao Te Ching) – Il Libro della Via e della Virtù alla luce del Libro dei Mutamenti”, per sottolineare la relazione tra i due Yi Jingclassici della cultura cinese.

“Yi Jing” e “Dao De Jing” contengono diversi riferimenti incrociati, quindi l’autore continua il discorso del primo libro sviluppandolo nel secondo e puntualizzando sulla relazione tra i due classici, di solito trascurata dagli altri commentatori.

Il “Dao De Jing”, scritto circa 500 anni prima di Cristo, è storicamente attribuito a Lao Tse (Lao Zi) il cui pensiero espresso in questo libro è stato fondamentale per il processo filosofico che ha originato il Taoismo. Il libro, nei secoli, è stato commentato e interpretato da molti eruditi cinesi e, negli ultimi cent’anni, da vari sinologi occidentali.
In un’intervista, Vico racconta che ha pensato di commentare il “Dao De Jing” partendo da “Yi Jing”, visto i legami storici e culturali. Questi due testi insegnano che il movimento nasce dalla quiete e indicano una vera pratica per un’evoluzione personale.
Il concetto fondamentale dei due libri è il non agire che, come sostiene Vico, non significa non compiere un’azione ma agire con consapevolezza, in modo non forzato, e seguire la via. Questi concetti sono espressi in special modo ne “Yi Jing” che, con l’interrogazione oracolare, permette di comprendere e adattarsi al flusso delle cose, trovare la propria strada e mantenere equilibrio negli accadimenti della vita.

Sfogliando il “Dao De Jing” possiamo apprendere come sia nato il testo. Nelle prime pagine è riportato un componimento in versi di Bertolt Brecht che racconta che Lao Tsu, archivista della Biblioteca Imperiale della dinastia Zhou, settantenne e bisognoso di riposo, lascia il suo paese a cavallo di un bue accompagnato da un garzone. Fermato da un doganiere, il garzone rivela che Lao Tsu è un grande maestro. Il doganiere risponde che non può andarsene senza lasciare una testimonianza scritta del proprio sapere; così lo ospita e Lao Tsu, in quindici giorni, gli detta le 81 “sentenze”, come le definisce Brecht.

Il testo è arricchito da trenta bellissimi disegni di Margherita Morgantin, che ci regala un’interpretazione grafica di alcuni passaggi. Margherita si è ispirata ai capitoli del “Dao De Jing” mantenendo l’impostazione semplice e grezza nei disegni, ricollegandosi alle primissime forme degli ideogrammi.

Roberto Palasciano, curatore editoriale