Fuoco e idratazione
Siamo entrati nell’estate solare e, sempre più spesso, dobbiamo affrontare ondate di calore persistenti e con picchi di temperature elevate. Inoltre, nelle città, la temperatura si amplifica ulteriormente per effetto della formazione di un’isola di calore, causando quindi esserci una possibile differenza di diversi gradi tra il centro e la periferia.
Una corretta idratazione è alla base delle buone pratiche per affrontare al meglio le calde giornate già trascorse e quelle che verranno in futuro. Questo viene raccomandato da ogni istituzione sanitaria. Vediamo qui di seguito come ciò si “traduce” nel linguaggio della macrobiotica.
La macrobiotica suggerisce che una miglior resistenza a queste condizioni avviene, a parità di altre condizioni, quando il meridiano del triplice riscaldatore funziona bene. Questo meridiano sovraintende la funzione di termoregolazione ed è associato all’elemento fuoco. Quindi, per favorire l’elemento fuoco dobbiamo privilegiare gli alimenti del tipo legno e fuoco, le cotture brevi, i prodotti germogliati e quelli fermentati.
Per dare qualche esempio: la frutta di stagione come melone, anguria, pesche, albicocche, prugne, e tutte le bacche come mirtilli, more, lamponi, ribes, ecc. Verdure crude tipo insalate, carote, sedano, pomodori, germogli, verdure leggermente scottate, prodotti fermentati come i crauti. Molta della frutta di stagione (tipicamente anguria e melone) sono eccezionali fonti di acqua visto che ne contengono oltre il 90%.
Ricordiamo inoltre la somma importanza di una abbondante idratazione, che deve essere rigorosamente effettuata con acqua fresca ma non ghiacciata. Chi desidera insaporire l’acqua può lasciare in ammollo alcune erbe come la menta o il basilico in modo da lasciare un retrogusto leggero, piacevole ma non dominante.
Da evitare invece gli yin estremi, come caffè, zucchero e, in particolare, l’alcool.
L’alcool viene individuato come sostanza tossica dall’organismo che, infatti, cerca di sbarazzarsene il più rapidamente possibile. La neutralizzazione delle proprietà intossicanti dell’alcool richiede diversi passaggi metabolici che si concludono con la perdita di acqua.
Dopo una serata di abbondati bevute (birra, vino o altro), infatti, il sintomo per antonomasia, prima ancora della testa che gira, è la sensazione di secchezza delle fauci.
Inevitabilmente, se siamo disidratati peggioreremo la nostre capacità traspiranti e di sudorazione che rimangono la principale forma di autoregolazione naturale della temperatura corporea. L’evaporazione del sudore avviene per asportazione di importanti quantità di calore dal corpo, permettendo a quest’ultimo di non surriscaldarsi.
Pertanto, se beviamo alcolici di qualsiasi genere, cerchiamo di bere anche grandi e proporzionali quantità di acqua per contrastare gli effetti di disidratazione, inevitabilmente inerenti a tale assunzione.
Guido Rotondi, operatore shiatsu specialista di macrobiotica
N.B: i lettori che volessero proporre un argomento o domande alla rubrica “Una mela al giorno” posso scrivere alla nostra redazione.