La reflessologia facciale

Per capire cosa è la reflessologia facciale, occorre per prima cosa specificare che, in senso generale, per reflessologia (o riflessologia) si intende l’insieme di tutte quelle tecniche olistiche che permettono di lavorare sulle parti periferiche del corpo (braccia, mani, gambe, piedi, orecchie e testa).

La reflessologia facciale, nella fattispecie, lavora sul viso, ed ha origine vietnamita. Come lo shiatsu, è nata originariamente come agopuntura sul volto e, a livello filosofico, trae spunto dalla medicina tradizionale cinese.
Perché proprio il viso? La risposta è molto semplice: tutte le reflessologie lavorano dando degli stimoli al corpo attraverso il sistema nervoso; questi stimoli, partendo dal punto che viene trattato, devono raggiungere il cervello, che si occuperà di far si che il corpo risponda allo stimolo. La stimolazione del viso, essendo questo la parte del corpo più vicino al “centro di raccolta” di tali stimoli, cioè il cervello, otterrà una risposta più immediata rispetto ad altre zone; il viso, inoltre, è una parte del corpo umano molto ricettiva, perché è l’unica nella quale sono presenti tutti i sensi (vista, olfatto, gusto, tatto e udito).

Il trattamento dura circa 30-35 minuti e si può eseguire semplicemente con le dita (modo particolarmente indicato per trattare i bambini) o con appositi strumenti.
Nel primo caso, le mani compiono movimenti di sfregamento o rotatori, e si può lavorare anche con pressioni dalle caratteristiche e dai criteri utilizzati nello shiatsu.
Per quanto riguarda gli strumenti, normalmente viene utilizzato il “cerca punti”, con cui si eseguono sfregamenti e movimenti per lo più in senso circolatorio o seguendo delle linee, senza di solito premere per evitare che il paziente provi dolore.

L’operatore esegue un’“intervista” iniziale, chiedendo al ricevente per quale motivo è venuto e di quali problematiche (presenti o passate) soffre o ha sofferto, per poi effettuare una diagnosi. A tal scopo, può utilizzare la medicina tradizionale cinese, la teoria delle 5 trasformazioni, la diagnosi visuale o comunque ogni propria personale conoscenza sulle “diagnosi energetiche”.
La prima parte del trattamento si svolge con lo scopo di far rilassare il ricevente e prendere contatto con la parte su cui lavorare (il viso). Poi inizia il lavoro effettivo, che varia in base alla problematica da trattare.
La reflessologia facciale ha anche delle mappe di riferimento, diverse a seconda del lavoro da svolgere. Ad esempio, si può lavorare su organi ed apparati, oppure su problematiche dell’apparato osteo-muscolare.
L’operatore può percepire, durante il lavoro, dei punti in cui lo strumento o le dita fanno fatica a scorrere, e può sentire dei rilievi o come se sotto la pelle ci fosse qualche cosa che impedisce il movimento che si sta compiendo. Se si usano le dita, come durante un trattamento shiatsu, si possono notare punti energeticamente pieni che respingono, o, al contrario, vuoti, in cui si ha la sensazione di sprofondare.

Segue poi la fase finale di chiusura del trattamento, che comprende anche l’ascolto delle sensazioni provate dal ricevente (molto importante, perché permette di avere un riscontro sull’efficacia del lavoro svolto). Spesso il paziente, nella mia personale esperienza, racconta momenti di rilassamento, formicolii, sensazione di calore o di freddo, fastidio o invece sensazioni piacevoli sia al viso che al corpo, a seconda di quali punti si stanno lavorando. Può addormentarsi o avere scatti e spasmi durante il trattamento, può provare dolore o sensazione che si stia muovendo qualche cosa a livello energetico nelle varie parti del corpo corrispondenti ai punti che vengono lavorati.
La reazione a un trattamento può essere immediata o avvenire da qualche minuto fino alle 48 ore successive, a seconda della reattività del ricevente e dell’intensità del trattamento.

La reflessologia facciale può essere applicata a chiunque, anche ai bambini (avendo cura di eseguirla soltanto le dita). Vi sono controindicazioni solo nel caso il ricevente presenti eruzioni cutanee, macchie, ferite o scottature sul viso; nel caso comunque tali manifestazioni non siano molto estese, si può lavorare il resto del viso evitando le parti compromesse.

Cesare Pahloulian, reflessologo facciale, operatore Shiatsu e studente di Naturopatia
csrphl@yahoo.it