Lo shiatsu e la vita precedente secondo la filosofia orientale

Uno dei momenti fondamentali della mia esperienza di operatore di discipline bio-naturali è stato l’incontro con alcuni testi fondamentali delle pratiche e della filosofia orientali. Quando ho cominciato a curare la traduzione dal giapponese all’italiano del libro “Racconti di 100 trattamenti” di Shizuto Masunaga per Shiatsu Milano Editore, ho potuto toccare con mano alcune delle differenze tra la cultura orientale a quella occidentale e quanto il modo di intendere la cura e la salute dell’individuo sia diverso.

Per confrontarsi con questo aspetto è importante ricordare alcune peculiarità della cultura orientale. Prima fra tutte, l’uomo viene sempre inteso nel suo concetto olistico (corpo-mente e spirito) e l’attenzione e la cura del benessere psico-fisico vengono quindi sempre considerate in senso più ampio di quello occidentale, in quanto la parte spirituale dell’esistenza è tenuta in grande considerazione. Altro aspetto fondamentale da tenere presente è che, nel buddismo, il concetto di vita precedente è indiscusso e gli argomenti di cui sopra si affrontano in quest’ottica.
In oriente, dunque, durante un trattamento si tiene presente anche l’aspetto spirituale dell’esistenza, e il ricevente ha grande considerazione degli aspetti che possono emergere.
Anche l’operatore occidentale, oltre a dare consigli su stile di vita e alimentazione, dovrebbe considerare la parte spirituale.

Nei suoi scritti, Shizuto Masunaga sensei sollecita l’operatore ad aiutare il ricevente con tutti i mezzi a disposizione per migliorarne lo stato di salute, e uno degli aspetti che mi ha particolarmente colpito dei suoi insegnamenti è il riferimento alla vita precedente.
Questo argomento è particolarmente interessante per noi in quanto la mentalità occidentale è sicuramente diversa, e parlare di vite precedenti può creare disagio perché non tutti i riceventi sono aperti al mondo invisibile.
Per la tradizione buddista, dopo la morte l’uomo passa nella parte invisibile e poi, in quello che per noi è uno spazio temporale di 200-300 anni, ritorna nella “vita terrena”. Morte e rinascita rappresentano così un ciclo con una parte visibile yang e una parte invisibile yin.

shiatsu e la vita precedenteSecondo tale visione, alcuni disturbi si possono dunque ricollegare a vite passate. Nel libro “Racconti di 100 trattamenti”, Masunaga offre interpretazioni interessanti. Ad esempio, chi soffre d’insonnia potrebbe aver agito scorrettamente nei confronti degli altri (ma l’origine della malattia può essere naturalmente lo stress o un eccessivo carico di lavoro). Oppure, in caso di alitosi, la persona potrebbe aver sparlato alle spalle di altri nella vita precedente. I casi di tumori invece sono ricollegabili, in accordo alle teorie buddiste, a riti funebri non ossequiati correttamente o alla mancanza di cura nei confronti di un familiare malato. Chi, nella vita precedente, non andava d’accordo con la madre, in questa vita potrebbe avere problemi al cuore, e chi spesso litigava con il padre potrebbe accusare disturbi allo stomaco o al piede.
Naturalmente, la vita precedente può anche avere ripercussioni positive su quella attuale: ad esempio, chi ha pregato tanto avrà una vita successiva buona.
Chi condivide questa visione è certo che le azioni compiute nella vita attuale avranno ripercussioni su quella futura.

Nella sua esperienza Masunaga sensei osserva come i pazienti che, nonostante i consigli e l’impegno, non accennano a guarire, cercando la causa dei disturbi nella vita precedente riescono finalmente a migliorare il proprio stato di salute.
Fino a qui abbiamo parlato di malattie, ma la vita precedente può anche influire sugli affetti personali, le relazioni e le inclinazioni. Ad esempio, chi desidera fare il musicista e lo diventa senza però raggiungere il livello desiderato, potrebbe reincarnarsi e, dovendo decidere che strada prendere, trovarsi nuovamente a fare il musicista, non spiegandosi questa passione eppur volendola coltivare. Una volta morto e tornato nella parte invisibile, se non si ritiene ancora soddisfatto, dovrà tornare una terza volta.

Nel buddismo, il concetto della reincarnazione spiega alcune delle nostre relazioni più importanti, ad esempio il matrimonio. Scegliamo il nostro compagno/a perché ci piace e lo riteniamo bello/a, ma spesso non riusciamo a dare una spiegazione più logica della nostra scelta.
Questa scelta non è razionale, quindi è legata ad una relazione causa-effetto (innen) che considera diversi aspetti. Anche il maestro Masunaga diceva che il rapporto marito e moglie è molto stretto. Di solito, quando due coniugi si incontrano è perché, secondo l’innen, nella vita precedente non andavano d’accordo ed erano soggetti a forti liti, magari perché troppo concentrati su se stessi. Allora, quando ritornano nello yin (la vita invisibile), si accorgono che così non va bene, e decidono di rincontrarsi in una nuova vita (yang). Ovviamente, nella vita attuale si sono dimenticati quale fosse il loro progetto di vita e le motivazioni che li hanno spinti a scegliere questa strada; è così che certe scelte istintive possono sembrare “illogiche”.
Ma non siamo attratti soltanto da un compagno/a con cui abbiamo avuto un rapporto conflittuale: possiamo anche aver sperimentato un rapporto d’amore molto forte e decidere di ripeterlo, facendo rincontrare nuovamente le due anime.
Quando in questa vita incontriamo qualcuno con il quale da subito ci sentiamo in grande sintonia, è perché nella precedente ci eravamo già conosciuti. Ciò è sempre da apprezzare: se il destino ci permette di incontrarci di nuovo, è perché nella vita precedente ci siamo comportati sempre bene.

Roberto Palasciano, responsabile editoriale
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