Superfoods e alghe
Innanzitutto appare evidente che, in confronto a cibi preconfezionati ed ultra-processati, qualsiasi cibo naturale possa assurgere alla nomea di un “superfood”.
In realtà, tra i cibi dalle proprietà più interessanti di tutti, troviamo l’illustrissimo e verde prezzemolo, che va d’accordo con quasi tutti. Una eccezionale fonte di minerali e capace di dare quel tocco “magico” a piatti che altrimenti risulterebbero un po’ anonimi. Immaginatevi per esempio un aglio olio e peperoncino… se ci mettiamo del prezzemolo fresco tritato, il piatto diventa un vero capolavoro!
Poi abbiamo le alghe e la curcuma: cosa abbiano in comune è presto detto. Sono alimenti chelanti, ovvero alimenti in grado di inglobare metalli (pesanti), quindi neutralizzarli ed inviarli verso l’espulsione. Insomma, per chi vive in posti inquinati (e non sono pochi), chi fuma oppure in qualsiasi caso in cui si mangi del pesce, non sarebbe una cattiva idea aggiungere qualche alga nel contorno, sia esso cotto o in insalata.
Tra le alghe più interessanti troviamo la wakame, la kombu, la agar-agar e la nori.
La wakame è molto nota per essere onnipresente nella famosa zuppa di miso.
L’alga kombu, che è molto salata, si usa nella cottura dei legumi per renderne le bucce più digeribili e serve a scurire i capelli.
L’alga agar-agar si presenta sia in barre sia in fiocchi oppure in polvere, ed è un gelificante eccezionale, privo di sapore e colore, che permette di rendere gelatinoso e quindi “solido” sia l’acqua che un succo o un brodo; viene usata spesso per preparare gelatine di frutta e favorisce sia il transito intestinale sia la ricomposizione di un’appropriata flora batterica intestinale (particolarmente dopo l’assunzione di antibiotici).
L’alga nori, infine, si presenta in forma di foglio sottile ed è nota per essere la superficie esteriore del sushi. Essendo sostanzialmente priva di sale è adatta anche ai bambini.
Inoltre le alghe, che ovviamente sono caratterizzate dall’elemento ACQUA, favoriscono la gelificazione delle pietanze (quindi forniscono cremosità) e qualitativamente conferiscono elasticità, quella proprietà così difficile da mantenere negli anni e che generalmente non abbonda nella nostra società.
Le alghe possono essere prima sbriciolate (quando sono secche) ovvero idratate e poi utilizzate in cottura o a crudo, ricordando che hanno inevitabilmente, con l’eccezione sunnominata, sempre un po’ di sapore di mare.
Le quantità da utilizzare sono minime: normalmente, pezzi di pochi centimetri, come quello di alga kombu mostrato attaccato alla molletta, sono abbastanza per cuocere 500 grammi di ceci secchi. Pertanto, un pacchetto da 50 grammi di alghe, generalmente, dura parecchi mesi.
Guido Rotondi, operatore shiatsu specialista di macrobiotica
N.B: i lettori che volessero proporre un argomento o domande alla rubrica “Una mela al giorno” posso scrivere alla nostra redazione.