Shiatsu in Pediatria

Dal 1996 è attiva una collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera di Padova e la Scuola Internazionale di Shiatsu Italia nell’ambito del Centro Regionale Veneto della Terapia del Dolore e Cure Palliative Pediatriche. Noi operatori siamo presenti nei vari reparti della Clinica Pediatrica e della Clinica di Oncoematologia pediatrica per trattare i bambini e i ragazzi ricoverati. Le esperienze che viviamo sono veramente toccanti e testimoniano l’importanza e la validità dello shiatsu.

Quando trattiamo una persona, noi operatori shiatsu facciamo in modo che l’ambiente sia il più accogliente possibile: luci soffuse, musica rilassante, profumo di incenso, una candela accesa. Il ricevente è comodamente disteso sul futon, sostenuto da cuscini in modo che non ci siano tensioni e il rilassamento sia totale. Il cellulare è spento, nessuno entra nella stanza: la tranquillità è assicurata.
Nulla di questo avviene in Pediatria. Rumori e disturbi sono presenti in ogni momento, le luci sono forti, il bambino è steso a letto, e per noi operatori la posizione di lavoro non è ideale. Persone entrano ed escono dalla stanza, i cellulari suonano, quasi sempre il televisore è acceso.
Eppure la magia dello shiatsu si ripete puntualmente a ogni trattamento. Non è importante quello che succede al di fuori, esiste solo il rapporto ricevente / operatore.
Anche le regole passano in secondo ordine perché dobbiamo ricordarci che siamo in un ospedale e stiamo trattando un bambino con problemi di salute, e questa è la sola cosa da tenere presente. All’inizio dell’esperienza, l’operatore può essere confuso: ”Ma come”, si chiede e ci chiede, “non ci avevate insegnato durante le lezioni la sequenza del trattamento, la valutazione, le priorità?” Sì, certo, ma vi abbiamo anche detto: “Imparate la tecnica per poi dimenticarla”, e questo è il momento per farlo. Esiste solo il presente, e con il neonato o con il bambino non ci sono ambiguità, ci fa capire subito se siamo in sintonia o meno.
Dobbiamo anche tener presente che, solitamente, è chi desidera il trattamento ad avvicinarsi a noi; in Pediatria invece siamo noi a proporci e lo dobbiamo fare con il massimo rispetto. Anche durante il trattamento può succedere che il bambino, che all’inizio ha acconsentito, diventi insofferente, forse perché durante la giornata è stato sottoposto a esami, visite e non accetta ulteriori manipolazioni. In questi casi cambia il nostro modo di lavorare, il contatto diventa fermo, solo presenza, e di solito questo al bambino piace, si rilassa e a volte si addormenta. Come dice il maestro Masunaga “L’atteggiamento deve essere quello di entrare in sintonia con lo stato vitale della persona ed è qui che entra in gioco la sensibilità arcaica(*). La sensibilità arcaica o primitiva è quella che noi comunemente chiamiamo “sesto senso”. Quando pratichiamo shiatsu non abbiamo bisogno di ricordare i punti, analizzare, classificare ma semplicemente “attiviamo la facoltà di empatizzare con la vita”.

E quando questo avviene, i risultati sono sempre sorprendenti. Sì, spesse volte sono sorprendenti anche per noi operatori e di sicuro benessere per il bambino ricoverato.
E’ doveroso, ha detto una psicologa dell’Ospedale Pediatrico Mayer di Firenze, testimoniare e diffondere tutto quello che può aiutare il bambino a superare il suo dolore. Anch’io sento che è doveroso raccontare le esperienze che viviamo in Pediatria perché lo shiatsu è “un’arte per la salute” che porta al bambino benessere, rilassamento, diminuzione del dolore e dell’ansia e tanti altri benefici ancora. Inoltre, aspetto non trascurabile, è veramente piacevole ricevere un trattamento shiatsu.

(*) Shizuto Masunaga “Shiatsu et medicine orientale” ed. Le Courrier du livre. Prossimamente tradotto in italiano da Shiatsu Milano Editore

Marisa Fogarollo, autrice di “Shiatsu & Bimbi” e “Shiatsu per un armonico sviluppo dei nostri ragazzi”