ZUCCHERO E ALIMENTAZIONE

Due importanti studi scientifici inerenti lo zucchero contenuto negli alimenti, che all’estero hanno avuto risonanza mediatica, in Italia non solo non sono stati presi in considerazione dalla stampa, ma la loro diffusione è stata fatta dal sottobosco di utenti salutisti, quelli che io chiamo (e di cui mi sento parte) consumatori evoluti. Il primo è lo studio NutriNet-Santè che ha coinvolto 101.257 persone tra il 2009 e il 2017 con lo scopo di valutare l’associazione tra il consumo di bevande zuccherate (inclusi i succhi di frutta 100%) e il rischio di sviluppare una patologia oncologica.
I partecipanti dovevano registrare tutti gli alimenti consumati durante le 24h scegliendo da una lista di 3300 cibi venduti in tutti i negozi e supermercati. Per completa trasparenza riporto le conclusioni dello studio, scaricabile dal sito del British medical Journal (www.bmj.com).
“In a context where the World Health Organization is questioning the level of evidence of the scientific data supporting the implementation of a tax on sugary drinks, the results of this observational study based on a large prospective cohort suggest that a higher consumption of sugary drinks is associated with the risk of overall cancer and breast cancer. Of note, 100% fruit juices were also associated with the risk of overall cancer in this study”.
In sostanza, ciò che tutti noi consumatori evoluti sosteniamo da tempo è stato confermato: l’assunzione di bibite zuccherate è associata al rischio oncologico, in tutte le sue forme (colon, seno, ecc..).

Non credo sia più trascurabile l’emergenza alimentare che sta travolgendo le nostre vite e che diventa sempre più un’emergenza sociale. Sapete quanto zucchero contiene un succo 100% frutta in brik? Mediamente 11g su 100ml. Il limite di assunzione giornaliero consigliato da OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è meno del 10% del fabbisogno quotidiano espresso in calorie, ovvero meno di 50g per un adulto medio in salute e con attività fisica regolare. E i bambini? A voi il calcolo.
Badate bene: per zucchero non si intende solo quello aggiunto, ma anche quello naturalmente presente negli alimenti, quindi dovete prestare attenzione a pane, pasta, frutta ed ogni altro cibo/bevanda assumiate durante la giornata.
Il secondo, più che uno studio, è il risultato dell’osservazione e analisi da parte di delegati OMS che hanno raccolto quasi 8000 tra cibi e bevande in oltre 500 negozi in 4 città europee più Israele. Il titolo “WHO/Europe studies find baby foods are high in sugar and inappropriately marketed for babies” è eloquente e il risultato ci dice che la quantità di zuccheri presenti è tale da modificare la percezione del gusto nei bambini; non solo, nelle etichette era indicato l’uso per infanti con età inferiore a 6 mesi, mentre OMS indica che non dovrebbe essere accettato.
“Around a third of the products listed sugar, concentrated fruit juice or other sweetening agents as an ingredient. These added flavours and sugars could affect the development of children’s taste preferences by increasing their liking for sweeter foods”.
La domanda che faccio a voi consumatori evoluti e che io mi pongo costantemente è: “Come possiamo affermare e diffondere la nostra consapevolezza ed evitare che il luogo comune del “non ha mai fatto male a nessuno” continui a dilagare ingrassando le multinazionali non etiche?“.

Monia Caramma, esperta di cereali antichi ed interazioni alimentari